Scarica il primo capitolo di questo libro, e immergiti nelle atmosfere descritte da Nada
Scarica il PDF“La storia di ognuno di noi ha una sua strada, un destino che ci sfugge.
Io spesso ho percorso la mia strada e sfidato il destino inconsapevolmente.
"Il mio cuore umano" per me è la memoria, non il passato, il passato è morto,
mentre la memoria è viva, sempre viva e si arricchisce continuamente di vita”.
Da questo romanzo è tratto il film di Costanza Quatriglio "La bambina che non voleva cantare".
L’indimenticabile storia di una famiglia molto particolare e della nascita inaspettata di una bambina speciale nella Toscana degli anni Cinquanta: a più di dieci anni dalla prima pubblicazione, torna il sorprendente romanzo di esordio di Nada Malanima. Lirico, misterioso, toccante, e un po’ magico, basato sulla storia personale dell’autrice e della sua famiglia, “Il mio cuore umano” è il libro che ha rivelato il talento di narratrice di una delle artiste più amate degli ultimi cinquanta anni.
“Nada è scrittrice autentica; ma non solo: visti gli esiti, si impone per originalità stilistica e per forza umana, insieme ad Elena Ferrante, come una delle autrici più interessanti in Italia.”
“Sorprendente: un romanzo breve e intensissimo che racconta l’infanzia di una ragazzina tra gli anni Cinquanta e Sessanta.”
Stefano Bucci Il Corriere della Sera“Il mio cuore umano non è l’autocelebrazione della brava cantautrice con la voce roca e il sigaro in mano, non è la dimostrazione di quanto fosse già fighissima e anticomformista a cinque anni, è il racconto della vita di campagna dei suoi nonni, gli amori degli zii, la bellezza un po’ folle della madre…”
Annalena Benini Il Foglio“Un po’ vita trasfigurata, un po’ zibaldone sull’abisso (mai nell’abisso) della confessione, abilmente evitando le trappole autobiografiche, emulando la lezione di Lalla Romano: inventare il vero… sul filo di un inesauribile stupore.”
Bruno Quaranta Tuttolibri-La Stampa“Leggendo questo romanzo ho avvertito quello che Vladimir Nabokov chiamava ‘brivido alle scapole’: un brivido che, tra parentesi, mi è andato dappertutto… di dolore felliniano si plasma questo libro, nato dalla capacità di guardarsi dentro con coraggio e alle spalle con assoluta consapevolezza.”
Salvatore Niffoi